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Stop Coronavirus: i numeri della prima fase

By Aprile 17, 2020Giugno 24th, 2022No Comments

Il Covid-19 è arrivato anche in Senegal e Gambia. Energy for Human Rights, insieme ad associazioni partner e volontari locali, ha trasformato il progetto Stop Malaria, che stava sostenendo nei due paesi con l’aiuto del Servizio Civile Universale, in la Campagna Stop Coronavirus, per prevenire il diffondersi della pandemia e condizionarne l’impatto sul tessuto economico e sociale.

I TEMPI
Dopo i primi casi di Egitto, Algeria e Nigeria (rispettivamente 14, 25 e 27 febbraio), il Senegal è il secondo centro dell’Africa subsahariana ad essere colpito dal virus. Il primo paziente positivo viene confermato il 2 marzo e non sono trascorse nemmeno due settimane da quando i pazienti hanno più di vent’anni. Il 14 sono state introdotte diverse limitazioni : il divieto, per un periodo di 30 giorni, di tutti gli eventi pubblici sul territorio nazionale; il rafforzamento dei controlli sanitari alle frontiere terrestri, aeree e marittime; la chiusura di scuole e università, fino al 6 aprile. Il 23 è stato annunciato lo stato di emergenza (riconfermato e prorogato per un altro mese il 3 aprile ): coprifuoco dalle 20 alle 6 del mattino; interruzione di qualsiasi attività eccetto alimentari e farmacie; divieto di lasciare il proprio comune… con l’esercito allertato per far rispettare il decreto. Nel frattempo salgono a 207 i sintomi che hanno sviluppato il coronavirus. Il Gambia mantiene invece numeri stabili – su 3/4 persone – fino all’11 aprile, quando c’è un balzo di 5 unità (si pensi che i collaudati sono complessivamente 298 ), ma introduce rapidamente misure di contenimento: dal blocco delle frontiere, al fermo forzato degli esercizi commerciali non essenziali, all’impedimento degli assembramenti, anche sui mezzi pubblici. Nonostante l’improvvisa risposta dei due governi , però, c’è Sono tante le perplessità : la mancanza di informazioni sui reali rischi della pandemia tra la popolazione è uno dei principali problemi che devono essere affrontati. A ciò si aggiungono le già precarie condizioni economiche, che costringono la maggior parte degli abitanti a non avere scelta tra uscire in strada per rimediare a un pasto “caldo” e restare a casa; la mancanza di norme igieniche e sociali per prevenire la diffusione di agenti patogeni… fino alle carenze più elementari, come l’acqua per sciacquarsi le mani.

Nell’escalation di veti infetti e precauzionali, il 15 marzo prende vita la decisione di riconvertire la campagna in StopCoronavirus . Dopo un periodo dedicato alla riorganizzazione, e incentrato sulla sensibilizzazione (soprattutto via web), il 27 arrivano le prime 3000 bottiglie di varechina a Keur Marietou, Pikine, per la pulizia e la disinfezione. Il 28, anche con il supporto di People for Change, 50 bidoni con rubinetto , contenenti acqua e candeggina, sono pronti per essere installati nelle strade dei villaggi di Ballanghar, Kauur e Gengjie (Gambia): ogni elemento è accompagnato da un foglietto che ne illustra le funzioni. Il 29 viene ufficialmente inaugurato il progetto : distribuzione porta a porta dei kit di protezione individuale (mascherine, guanti, sapone) e materiale informativo per spiegare come difendersi dal virus. Oltre 500 famiglie si sono incontrate, per 30 volontari, in una sola volta. 29 è anche il giorno in cui viene lanciata la raccolta fondi per rendere le azioni ancora più diffuse e incisive; l’obiettivo è di 2000 euro. Infine, continuiamo tra le case il 5 aprile a Yeumbel e 13 a Keur Massar – con l’aiuto degli infermieri e con l’aggiunta di questionari, per capire come adattare al meglio le indicazioni da fornire – e 11, con l’arrivo di ulteriori 20 cisterne da 100 litri da distribuire tra Pikine Est (Dakar) e le aree rurali di Sossop, Ndiandiane, Tattaguine e Bandoulou, in ospedali, centri sanitari comunitari, uffici pubblici e per strada.

AFRICA Circa il
reale difficoltà nel calcolare i contagi e l’insufficienza del servizio sanitario locale per fronteggiare la pandemia, abbiamo brevemente accennato al lancio di StopCoronavirus : i laboratori non sono attrezzati per processare un numero ottimale di tamponi; i letti di terapia intensiva sono ridicoli. Non solo: non esistono standard minimi di sicurezza tra lo stesso personale medico (a cominciare da guanti e mascherine). Lo racconta Oumar Khassimou Dia , vicepresidente di Énergie pour les Droits de l’Homme Sénégal, e nostro partner nella Campagna. Quindi: da un lato ci troviamo di fronte alle restrizioni poste in essere da governi che sorprendono per tempestività e risolutezza (i paesi sono ben preparati alle emergenze, la storia lo insegna); dall’altro, a una effettiva incoerenza di mezzi, che, se il Covid-19 si diffondesse come l’Europa, travolgerebbe senza sforzi intere comunità. Una possibile risposta per rallentare l’impatto della malattia è lavorare dal basso , a contatto con le popolazioni, condividendo lezioni su come comportarsi, quali sistemi di igiene e distanziamento adottare, fornendo loro strumenti essenziali per proteggersi. Ribadiamo: è fondamentale far capire che il virus esiste ed è pericoloso. E non è (esclusivamente) fatalismo atavico africano; la scarsità di notizie, di divulgazione (lo abbiamo già detto), è l’ostacolo principale da superare, così come le mistificazioni intenzionali di alcuni gruppi ( Top cleric dichiara l’immunità dei fedeli al coronavirus , scrive africanews.com ).

Per quanto riguarda il numero dei contagi, nell’intero continente sono stati superati i 15.000; ad oggi (16 aprile 2020) sono 335 in Senegal, in Gambia 9. Le prospettive , però, ci lasciano ancora incerte . Quando aspettarsi l’onda? Si è bloccato nel tempo o si tratta solo di aspettare che venga colmata quella lacuna iniziale di qualche settimana di ritardo? Esiste la possibilità che il diverso clima e la distanza tra i centri urbani ne attenuino la propagazione? Come reagiranno i corpi? Siamo di fronte ai più giovani abitanti del pianeta. Ma con un’altissima incidenza di malattie (HIV, malaria, tubercolosi). Possiamo sperare in un’immunità allenata o in un sistema immunitario compromesso, soggetto a una costante malnutrizione, farà il resto? Le domande sono ancora aperte; quello che è certo è che il coronavirus lascerà le persone in ginocchio, se non fisicamente, almeno economicamente.

LA CAMPAGNA
Il 15 aprile si è conclusa la fase 1 di StopCovid. Si è deciso di articolare la Campagna in 3 parti, concentrandosi inizialmente sulla sensibilizzazione; introducendo successivamente misure in grado di ridare slancio al già fragile tessuto occupazionale, mettendo in moto risorse per risollevare i magri bilanci interni.
I fondi raccolti nell’ultimo mese ( 15 marzo – 15 aprile ) erano abituati acquistare e distribuire mascherine, guanti, sterilizzatori, serbatoi per erogazione soluzioni idroalcoliche e sapone per liberi tra la popolazione (ricordate che siamo in paesi dove non solo possono rimanere senza soldi per comprare il minimo indispensabile per la sussistenza, ma possono anche non avere accesso all’acqua). A partire dalle aree urbane di Pikine, Yeumbel (Dakar), Keur Massar in Senegal, e dai villaggi di Ballanghar, Genjie e Kauur in Gambia nella regione del North River, le azioni si sono progressivamente estese verso le aree rurali di Ndiadiane, Sossop, Tattaguine e Bandoulou, sempre in Senegal. Abbiamo parlato in apertura del porta a porta condotto dai volontari (a cui hanno aderito gli infermieri): il loro sforzo è stato quello di diffondere dati e informazioni utili; spiegare – distribuendo i kit – il corretto funzionamento degli strumenti di protezione e le norme igienico-sociali da adottare. In poco più di due settimane sono state raggiunte oltre 2000 persone, grazie a circa 50 attivisti e promotori della salute. A ciò si aggiunse l’installazione di cestini per lavarsi le mani (70 in totale), nelle strade di maggior passaggio, negli ambulatori e negli uffici pubblici.

Ieri, con il contributo aggiuntivo di 5000 euro del Comune di Pino Torinese per il progetto di cooperazione 2020, che si aggiungono a quelli raccolti attraverso il crowdfunding su Facebook , è stata inaugurata la seconda fase della Campagna (15 aprile – 30 maggio 2020) . Continua l’assegnazione dei dispositivi di salvaguardia individuali, ma insieme alle comunità locali beneficiari sono anche gli ospedali di Dakar e gli altri 5 piccoli centri. Le strutture mediche necessitano delle attrezzature più elementari e stanno iniziando a essere dotate non solo di guanti, gel e maschere, ma anche di termometri termoflash e serbatoi da 100 litri. Si rafforza anche la capacità di contattare un numero crescente di abitanti: insieme al casa per casa, la consapevolezza passa ora attraverso una carovana itinerante dotata di megafoni, nei distretti di Dakar e Pikine.

La Fase 3 StopCoronavirus (1 giugno 2020 – 1 giugno 2021), punta sullo sviluppo economico: il blocco totale delle attività e lo stato di emergenza stanno incidendo gravemente sulla già compromessa gestione delle (poche) risorse a disposizione. L’Africa dovrebbe subire una grave recessione , perdendo tra il 2,1% e il 5,1% del PIL. Per mitigare le conseguenze della pandemia su diverse realtà, verranno avviati piani di microcredito, per erogare piccoli prestiti (100/200 euro), senza interessi, a gruppi di donne che presenteranno idee sostenibili di interesse per la comunità.

Una nota a margine: oltre a partner locali e volontari, dall’Italia stanno aiutando 20 persone , divise in 4 gruppi di lavoro: Comunicazione; Grafica; Raccolta fondi; Prevenzione.
In Senegal e Gambia ci affidiamo a promotori sanitari già definiti e formati per Stop Malaria. Per il momento l’ India non ha bisogno di materiale per la cura e l’igiene, ma potrebbe essere necessario, in un prossimo futuro, sostenere il funzionamento della Casa dove sono ospitati circa 90 bambini. Con la chiusura forzata si pone il problema di mantenere i centri senza alcun reddito economico. Lo stesso vale per Keur Marietou, con 26 insegnanti, cuochi, bidelli e assistenti che vivono della scuola, e che per ora rimarranno chiusi per un altro mese.

CONCLUSIONI
Se sei arrivato fin qui è perché sei consapevole che il tuo contributo è prezioso; che tutti possiamo fare qualcosa. Chi può dare, chi non può fare a meno di raccontare la campagna a più persone possibili. Solo così possiamo fare la differenza.

Inoltre, restate sintonizzati… continueremo ad aggiornarvi sull’andamento di StopCoronavirus sia sulla pagina Facebook , sia sui siti https://www.sostegnoadistanza.eu/modulo/home/ ed energiaperidirittiumani.it .

Grazie!

Per info e donazioni:
Energia per i Diritti Umani ONLUS
Via dei Latini 14, Roma
06.89479213 | info@energiaperidiritiumani.it
www.energiaperidiritiumani.it
IBAN (Banca Etica): IT35S0501803200000011082344

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